Il Bonet è un dolce tipico piemontese che non conoscevo. Si scrive Bonet ma si pronuncia alla francese Bunèt ed è un antichissimo budino a base di uova, cacao ed amaretti tutto ricoperto da un delizioso strato di caramello.
Bonet in piemontese significa berretto e pare ricordi la forma dello stampo in rame o alluminio in cui venivano cotti i budini che assomigliavano al “bonét ëd cusin-a” ovvero il cappello del cuoco. Altra versione, narra la tradizione, che il nome derivasse dal cappello indossato prima di uscire di casa e quindi visto che il dolce era servito come ultima portata, faceva da cappello a tutto ciò che si aveva consumato.
Nel Calendario del Cibo italiano il 6 aprile è la giornata del Bonet e ne ho approfittato per provare questo dolce perché mi incuriosivano sapore, consistenza e grande nomea da parte di chi lo ha assaggiato e ne è rimasto golosamente colpito.
E’ stata una rivelazione: all’assaggio si avverte il sapore deciso del cacao e del rum, successivamente la cremosità stratificata del budino, per la presenza degli amaretti ed assaporandolo mooolto lentamente si è pervasi da infinita felicità che appaga anche l’anima.
E’ davvero buono buono buono!
La ricetta che ho eseguito mi è stata consigliata da Patrizia del blog Andante con gusto.
Ricetta riportata da Virginia Prandi (1960) dal “Grande Libro della cucina Albese”
INGREDIENTI per 8 persone
1 litro di latte intero
4 tuorli medi
2 uova intere
100 g di zucchero semolato (io 130 g perché a me piace un pò più dolce)
100 g di amaretti macinati finemente
80 g di cacao amaro setacciato
1 bicchierino di Rum
Per il caramello
150 g di zucchero semolato
50 g di acqua
Accendete il forno a 170°C statico.
Preparate il caramello sciogliendo a fuoco medio zucchero ed acqua e fatelo dorare. Versatelo nello stampo o negli stampi che utilizzerete facendolo aderire anche alle pareti.
Fate appena bollire il latte e lasciate da parte.
In una ciotola versate le uova e lo zucchero e con una frusta schiumatele quasi a volerle montare. Aggiungete gli amaretti ed il cacao e mescolate bene per amalgamare gli ingredienti. Versate latte, rum e mescolate ancora.
Distribuite negli stampi il budino e posizionateli in una pirofila che riempirete con acqua bollente fino a metà degli stessi, prima di cucinarli a bagno maria per 1 ora circa.
Fate la prova del coltello per vedere se è cotto: inserite la lama di un coltello nel budino e se uscirà pulita il bonet sarà pronto.
Togliete gli stampi dal forno e metteteli a raffreddare nell’acqua fredda per poi riporli una notte nel frigorifero.
Per sformare i budini passate la lama di un coltello lungo i bordo degli stampi e poi capovolgete su un piattino.
16 comments
Ti è venuto uno spettacolo Silvia! E io abito in Piemonte e di Bonet qualcosina ne capisco! Brava, proverò anche la tua ricetta sicuramente!! 😍😋 Elena
Grazie Elena, ha conquistato tutti, è buonissimo!
Quel libro ce l’ho anch’io ed è una garanzia. Dimentico sempre che dovrei consultarlo più spesso. Complimenti per il bonet 🙂
Il bonet non lo conoscevo e la ricetta me l’ha passata patty di andante con gusto, davvero super!
Ciao scusate il disturbo ma io ho provo to a farlo e non mi si é minimamente cotto! Dove ho sbagliato??? Stamo in silicone? Latte di soia? Grazie in anticipo!
Ciao Alice, grazie di avermi scritto.
Non credo dipenda nè dallo stampo in silicone, nè dal latte di soia.
Per prima cosa, se non l’hai già fatto, accertati della temperatura interna del forno con un termometro da forno, a volte succede che la temperatura indicata dal termostato esterno non coincida con quella interna 🙂
Nella ricetta è indicata un’ora per la cottura, ma magari per il bonet cotto nel tuo forno ci sarebbe voluto un pò di più tempo.
Non demordere, riprova, fai la prova con il coltello per vedere se è pronto e fammi sapere.
Cos’e’ quel libro!!! quello della cucina albese!! uno scrigno di tesori, mamma mia…
E questo bonet non e’ da meno: bravissima!
Tutto merito di Patty che mi ha consigliato la ricetta. Ho fatto anche quello astigiano di Goria ma questo è nettamente più buono 🙂
Ma bellooooooo! Da specchiarcisi dentro!
Grazzzie !!!
Bello e goloso. Lo proverò!
Yeeeee 🙂
Adoro questo dolce, ne ho fatte tante varianti, ma alla prima occasione, proverò la tua. Si imparano tante cose con il Calendario, ad esempio il libro che hai citato io non l’ho mai sentito. Ma le ricette vintage sono la mia passione, perciò lo proverò senz’altro.
Ho provato anche la ricetta del bonet astigiano di Goria, datami da Alessandra, ma questo è davvero superbo 🙂
Un capolavoro! deve essere di un buono … mi ci tufferei 🙂
Sì sì e senza salvagente 🙂